a) Lo Sciamanismo.
Chiamato anche Sciamanesimo, il termine significa "tecnica dell'estasi".
Sciamano deriva dal tunguso "saman" e lo si ricollega al sanscrito sramana e al pali samana, che significano "uomo ispirato dagli spiriti".
Lo sciamano è un "agente di potere", uno "stregone", che esiste in funzione di un gruppo, bisognoso di un individuo che funga da mediatore col mondo soprannaturale degli spiriti.
Dove lo spirito di clan va sempre più sgretolandosi, anche lo Sciamanismo di conseguenza scompare. Resiste in popolazioni particolari, come per esempio i Lapponi, nelle tribù ancora a uno stadio primitivo, ecc.
Dovunque esista questa pratica possiamo rilevare, comunque, caratteristiche superficiali e strutture profonde costanti.
Ciò che accomuna tutti gli Sciamani del pianeta è il tema del viaggio interiore, che compiono attraverso una crisi esistenziale, che li porta a scoprire nuovi "mondi visionari" e a risvegliarsi a "ordini non comuni della realtà".
Si tratta di una pratica antica quanto l'uomo, che non ha delle origini ben precise. Attraverso i secoli lo Sciamanismo è rimasto vivo, adattandosi di volta in volta alle diverse culture.
Il Comunismo non lo ha potuto vincere direttamente, perché si tratta di una tecnica materialista, senza clero, senza luogo di culto, rispondente ai bisogni della propaganda ateista.
Va quindi concepito come sopravvivenza clandestina di credenze ancestrali e lo testimoniano numerosi documenti preistorici del paleolitico.
Nessun commento:
Posta un commento