L'educazione spirituale Sai (Bal Vikas) è la base fondamentale del grande movimento per il ripristino della rettitudine del mondo (dharma).
L'ideale di questa educazione è arrivare alla pace mondiale, formando una generazione di individui dediti al servizio della società.
Per questo sono sorti degli istituti Sai: essi hanno lo scopo di formare una generazione di giovani che conducano una vita esemplare, dotati di una pura e limpida consapevolezza, maturati perfettamente nel corpo, nella mente e nello spirito, capaci di diffondere, così, i Valori Umani: "Questi istituti sono stati creati per promuovere un senso di fiducia in se stessi e uno spirito di servizio alla società e all'umanità in generale".
"Non si può però raggiungere la pace mondiale se prima non raggiungiamo la pace della mente", in quanto le nazioni sono l'insieme di più individui e l'agire, di quest'ultimo, è contollato dalla mente. Ne consegue che una mente armonica, in sintonia col corpo e con lo spirito, è il primo passo verso la pace mondiale.
Sai Baba intende, perciò, aggiustare i difetti del vecchio sistema scolastico, che si preoccupa di accrescere lo sviluppo della capacità di acquisire nozioni, ma fa poco o nulla per formare degli individui fiduciosi in se stessi, capaci di camminare con le proprie gambe e con alti principi morali. Così, assieme alla conoscenza cresce anche l'ignoranza, l'ignoranza spirituale, cioè la mancanza di valori:
"L'educazione viene confusa con la semplice acquisizione di una cultura verbale, mentre dovrebbe portare l'uomo a riconoscere la parentela fra lui e gli altri. Dovrebbe dare la capacità di vivere per perseguire un ideale, non semplicemente per il cibo (9). A cosa potrebbe mai servire una diga se le acque vi rimanessero sempre trattenute dentro? Devono essere portate, per mezzo di canali, ai campi per irrigare le messi. Allo stesso modo, la conoscenza libresca, immagazzinata nella testa, deve essere interiorizzata e utilizzata come servizio".
Senza coltivare parallelamente e simultaneamente la morale, l'istruzione risulta essere un peso e un pericolo: "gli studenti non formati con ideali morali entrano gradualmente nelle professioni e nelle posizioni di potere, anche molto elevate. Il risultato è che il mondo è arrivato sull'orlo del disastro".
Dunque "la vera educazione è coltivare i valori umani" dice Sai Baba "dovrebbe servire alla vita, non solo a guadagnarsi da vivere.
Imparare a guadagnarsi da vivere è solo metà del lavoro. L'altra metà è rendere la vita significativa. I mezzi per vivere e lo scopo della vita sono le due ali dell'uomo. L'educazione deve preoccuparsi di entrambe"; "Deve formare l'uomo in modo da renderlo eroico nell'azione e non schiavo dei sensi. Una vita condotta senza padroneggiare i sensi non merita questo nome. L'uomo è stato dotato di numerose capacità. Se non le usa per controllare i sensi, gli anni della sua vita sono anni sprecati".
L'educazione, insomma, non deve educare solo la mente, ma anche lo spirito. Non deve tendere alla soddisfazione di piaceri e desideri, ma affinare le buone qualità. Dovrebbe avere come scopo quello di coltivare il cuore: "Solo chi tenta di capire e mettere in pratica nella giusta maniera i valori umani può definirsi educato. Il valore di un uomo si può definire", infatti, "in base allo sforzo di migliorare se stesso". (10)
Come coltivare questi valori? Sai Baba risponde così:
"Considerate il cuore come un vasto campo. Usate la mente come un aratro. Trattate le qualità (guna) come buoi. Usate l'intelligenza come frusta. Qual'è la messe che vi dovrebbe crescere? Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non violenza. Coltivate il campo del vostro cuore con questi aiuti. La devozione (Bhakti) è la pioggia, la meditazione (Dhyana) è il concime. La beatitudine (Ananda) è la messe. I valori umani sono come strumenti di pulizia per le cattive qualità dell'uomo (vizi)".
L'educazione, per Sai Baba, deve dunque avere come risultato la purificazione delle percezioni:
"Senza la padronanza degli strumenti interiori dell'emotività nessun uomo può definirsi istruito. Oggi non c'è alcun tentativo di risvegliare il divino nell'uomo, nessuna consapevolezza della possibilità di elevarsi a livello psichico. Le leggi e i regolamenti" della disciplina spirituale "ci danno la possibilità di divenire consapevoli di regioni al di là della portata della nostra mente e perfino al di là di ciò che è raggiungibile dai poteri di cui è dotato il corpo umano. Alla fine si realizza e sperimenta la realtà della Verità, cioè si diventa l'Uno che è immanente in tutto, che esiste nell'intero cosmo.
Quando ci si stabilisce in questa consapevolezza, si viene pervasi dalla gioia suprema e nulla più al mondo può turbarci.
Questa è Vidya, la conquista, lo scopo, della vera educazione".
Pertanto, per Sai Baba la vera educazione consiste nel dirigere la mente e l'intelletto verso la conquista di una pura felicità, cioè non condizionata:
"L'uomo è essenzialmente una sorgente eterna di gioia" sono sempre le sue parole.
Come arrivare a percepirla dunque?
"Il livello di vita di ognuno dipende dal modo in cui si educa la mente. L'educazione deve portarla a purificarla dall'Ego, in modo che sia possibile accogliere la verità che giace al di là di essa. Una mente ferma è segno distintivo di una persona veramente educata. La mente, inoltre, deve controllare i sensi".
"Il fine dell'educazione è il carattere, quello della conoscenza è l'amore".
Quello che Sai Baba intende per carattere è un comportamento capace di controllarsi e generare armonia. "La scienza" dice sempre Sai "ha dato all'uomo la capacità di esercitare un immenso controllo sul mondo esterno, ma ancora egli non possiede alcun controllo su se stesso!
Una volta fu Wiston Churchill a osservare:
-L'uomo ha dominato tutto, tranne se stesso-".
Infine, il programma dell'educazione spirituale Sai ha lo scopo di educare non solo i giovani, ma anche gli insegnanti. Anche loro, infatti, sono allievi: mentre esercitano il loro ruolo, imparano la lezione dell'amore.
"La conoscenza ottenuta attraverso un processo educativo adeguato è quella luce mediante la quale l'anima individuale conosce se stessa, la sua realtà" (atmica) "e i poteri mediante i quali, partendo dall'azione, siamo capaci di affermare i risultati interiori del nostro pensiero e dei nostri atti".
I tre poteri divini che possiede l'uomo sono:
Volontà, Amore, Conoscenza;
mentre i tratti animali riguardano i sensi non controllati, e l'identificazione dell'io col corpo fisico.
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(9) San Francesco diceva:"Quando l'animo dell'uomo è privo delle delizie celesti, rimangono
solo le gioie della carne".
(10) Anche Confucio diceva una cosa simile: "Ogni uomo può migliorarsi, cercando di
controllare le proprie passioni ed essendo sincero con se stesso".
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