Digiuno

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Il digiuno è uno stato di privazione degli alimenti, volontaria o imposta.

Nella sua forma terapica, suole essre praticato, completo, parziale, per un determinato periodo di tempo, o ad intermittenza.

[modifica] Il Digiuno in medicina

[modifica] Il parere della medicina ufficiale

La medicina ufficiale da sempre ha considerato come dannoso un digiuno prolungato .

[modifica] Effetti fisiologici del digiuno

Secondo alcuni di questi pareri, ogni diminuzione di peso corporeo nell'arco degli anni aumenta la mortalità; secondo la maggior parte dei nutrizionisti il sovrappeso è deleterio, il peso corporeo (come la pressione arteriosa) dovrebbe essere scorrelato dall'età e un suo aumento indica semplicemente una degenerazione dell'organismo che non riesce a mantenere le funzioni tipiche dell'età giovanile. A suffragio delle due tesi sono state citate ricerche anche autorevoli e il dibattito è ancora aperto.

Un digiuno eccessivamente protratto nel tempo innesca il fenomeno della gluconeogenesi (l'impiego dei lipidi e delle proteine per ottenere il glucosio necessario per mantenere i valori glicemici nella norma; le scorte di glicogeno vengono infatti esaurite in meno di 24 ore); pertanto secondo questa tesi un diguno troppo rigido non purifica l'organismo, ma lo intossica: la massa magra viene intaccata per convertire le proteine in energia (con conseguente sovraccarico epatico) e allo stesso scopo vengono utilizzati anche i grassi (con effetto dimagrante) con conseguente accumulo di scorie chetoniche.

[modifica] Il parere della medicina alternativa

Secondo diversi studi scientifici complementari, invece, il digiuno determina una progressiva selezione di grassi, come carburanti corporei; cosicché l'utilizzo degli aminoacidi provenienti dalle proteine muscolari (precursori della gluconeogenesi) termina abbastanza rapidamente, venendo questi sostituiti dagli acidi grassi da cui derivano i corpi chetonici o chetoacidi.

Dopo la prima settimana il livello di corpi chetonici nel sangue diviene elevato e il cervello comincia ad utilizzare preferenzialmente questi come carburante, al posto del glucosio.

La sovraproduzione di chetoacidi, acido beta-idrossibutirrico e acido acetoacetico, per sostituire il glucosio come principale fonte di carburante per il cervello dell'uomo a digiuno, rappresenta, dunque, la chiave di volta per il risparmio proteico in tali condizioni.

  • (T. T. Aoki. Metabolic adaptations to starvation, semistarvation, and carbohydrate restriction. Prog. Clin. Biol. Res. 1981, 67, 161-77.)

La chetosi, in definitiva, è il principale meccanismo chiamato in causa per la sopravvivenza dell'uomo a digiuno, in quanto i chetoni, soprattutto il D-beta-idrossibutirrato, rappresentano substrati energetici cerebrali alternativi al glucosio, ed il loro impiego da parte del cervello protegge i muscoli dalla degradazione causata dalla sintesi del glucosio dalle loro proteine, che si verifica inizialmente.


Un digiuno prolungato, quindi, alla luce di quanto sopra, non solo farebbe bene, ma addirittura guarirebbe da molte malattie, incluse alcune di quelle considerate incurabili come gia detto.

[modifica] Il parere di Arnold Ehret

Agli inizi del '900 il parere di un'altro illustre personaggio si fa avanti. Ehret, sul digiuno, asseriva che assolutamente eran da evitare quelli lunghi ed estremi, soprattutto in età avanzata; concordando invece, su quelli di breve durata, e intercalati specialmente per una dieta disintossicante (dal 'muco': che egli riteneva vero responsabile della tossiemia).

Solo in un corpo completamente libero da muco, ossia 'pulito' veramente da ogni qualsivoglia materia estranea e di scarto, un digiuno lungo secondo Ehret porterebbe allora sì, davvero vigore e giovamento. Altrimenti no. Sarebbe solo dannoso; tanto piu, quanto lo sia il grado di 'intossicazione' interna dell'organismo.

Per approfondire, andate a leggervi il capitolo su di lui.

[modifica] Nel metodo Kousmine

[modifica] il Digiuno terapeutico

Secondo la corrente igienista, invece, un digiuno prolungato non solo farebbe bene, ma addirittura guarirebbe da molte malattie, incluse alcune di quelle considerate incurabili, come i tumori per esempio. E questo, grazie al processo di autolisi cellulare, che provocherebbe piano piano il progressivo "rinnovo" dei tessuti interni, e la conseguente purificazione e disintossicazione dell'intero organismo (dottor Herbert Shelton).

Secondo gli igienisti, infatti, gli effetti "pericolosi" descritti sopra si avrebbero molto ma molto lontano nel tempo, in un digiuno veramente molto prolungato, che vada oltre i sei mesi per esempio (per un uomo di 70 kg, mediamente oltre i 100 giorni). Non prima. Questo, perché secondo loro le "riserve umane" sarebbero di gran lunga superiore a quelle sospettate e descritte dall'odierna medicina.

Per corroborarlo, invitano i colleghi medici "scettici" a "sperimentare" un digiuno, a provarlo "sulla propria pelle", invece che solo "pensarlo".

[modifica] Vera nutrizione e vera fame

I veri pericoli del digiuno così come anche della digiunoterapia, secondo loro, sono dati solo e soprattutto dalla scorreta "ripresa" alimentare. Ossia che, terminando un digiuno, vanno molto lentamente riabituati l'intestino e lo stomaco, affinché riprendano a mangiare, ossia a "riassorbire" bene gli alimenti.

Non è la stessa cosa infatti per gli igienisti mangiare che "assorbire", vale a dire "assimilare" gli alimenti; mentre sembra loro che, invece, lo sia per i medici che solo consigliano di mangiare e piu si mangia meglio sarebbe.

Mangiare per loro significa pero "nutrirsi", cioè assimilare veramente ciò che viene ingerito e non solo ingerire. E questo non è possibile in un apparato digestivo che lavora male; se ha qualche lacuna, va riparato, i pezzi di ricambio sostituiti, ed è quello che farebbe appunto il digiuno. Per mezzo del processo di autolisi produrebbe quelle cellule sane rigeneranti dei tessuti, che provocherebbero alla fine il miglioramento da tutte le condizioni patologiche, fino alla loro completa scomparsa, a patto però che si "rispettino i tempi".

Come reagireste infatti voi se, dopo un prolungato periodo di riposo come può esserlo una lunga vacanza, vi rimettessero tutto d'un tratto giù sotto bruscamente a lavorare, e magari di lavori pesanti? Così allo stesso modo, secondo loro, gli organi digestivi vanno riabituati lentamente; altrimenti si può incorrere in seri rischi per la salute, allora sì il digiuno non sarebbe servito a niente.

La vera fame si avrebbe quindi, sotto quest'ottica, proprio quando si mangia allora (non quando si digiuna) in "tali condizioni": ossia nel mangiare tanto e/o di tutto senza però riuscire ad assimilare.

Durante i digiuni, anche quelli piu prolungati, la quasi totalità dei praticanti (e ricercatori -primo fra tutti Herbert Shelton-) affermano di non avere fame. E questo è spiegabile, per loro, solo nel concetto gia espresso prima. L'organismo si nutrirebbe delle proprie riserve in eccesso, di gran lunga maggiori a quelle asserite dalla scienza medica ortodossa. Ritornando ad avere "vera fame" quindi, solo quando le abbia esaurite; ma questo avverrebbe, come gia detto, solo molto piu in là del tempo previsto dai medici di patente. E, cosa piu importante, riuscendo però questa volta ad "assimilare" veramente il nutrimento.

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