Edoardo Agnelli

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Indice

Lo strano suicidio di un Agnelli

Roma, 5 feb. - (Adnkronos) - Il settimanale Visto pubblica, nel numero in edicola da domani, un'intervista a Giuseppe Puppo, autore del libro "Ottanta metri di mistero - La tragica morte di Edoardo Agnelli" (Koine' edizioni), con prefazione di Ferdinando Imposimato. Il 15 novembre del 2000 il corpo del figlio di Gianni Agnelli venne trovato sotto un viadotto della Torino-Savona, in provincia di Cuneo. In tempi brevissimi gli investigatori coinclusero che si trattava di suicidio, a otto anni di distanza Puppo solleva alcuni inquietanti interrogativi.

Puppo parla di "indizi e sospetti che mi portano a pensare che Edoardo Agnelli sia in realta' stato ucciso, mettendo in scena il suo suicidio". Nel volume si sottolinea, fra l'altro, che "nessuno ha visto Edoardo Agnelli buttarsi da quel viadotto, in un tratto dell'autostrada dove transitavano otto macchine al minuto", ricordando che "in quel periodo, Edoardo Agnelli zoppicava e usava il bastone: ci avrebbe messo almeno due minuti ad arrampicarsi sul parapetto dell'autostrada per buttarsi di sotto, aumentando le probabilita' di essere visto", seguono poi la rapida rimozione e sepoltura del cadavere, senza autopsia; le condizioni del corpo, con bretelle allacciate e mocassini ai piedi, nonostante un volo di 80 metri; la mancanza di indicazioni sulla scorta di Edoardo Agnelli.

A 'Visto' Puppo, elencando il materiale raccolto per il suo libro, afferma infine che "per ultimo, da ben tre fonti diverse ho raccolto una notizia inquietante. Poche settimane prima della morte di Edoardo, qualcuno cerco' di fargli firmare un documento in cui gli si chiedeva di rinunciare ai suoi diritti di gestione in Fiat, in cambio di soldi e immobili. Edoardo, dopo essersi consigliato con alcuni amici, si rifiutò di sottoscrivere. Fu la sua condanna a morte?".


NAJLA


[modifica] Commenti

[modifica] marcillottas

Noto che notizie di così grande importanza purtroppo hanno trovato spazio soltanto in una rivista di intrattenimento scandalistica come Visto. Chi vuoi che legga "Visto"..... una signora dalla parrucchiera o nella sala d'aspetto del dentista.

Peccato che non trovi spazio, in una stampa di maggior spessore.

[modifica] NAJLA

Cara Marcillottas, nel corso degli anni sono stati scritti vari articoli sulla strana morte di Edoardo, ma solo nel Web e molto da blog e giornali non italiani.

Quando la stampa e la TV tacciono, siamo noi la forza della verità che urla.

Ho trovato molto interessante, leggere questo articolo diviso in due parti:

Poi bisognerà seguire le reazioni a questo libro e vedere cosa e quando accadrà. Un saluto

[modifica] sophia83

Ho sempre pensato che questa canzone centrasse qualcosa.


E La Vecchia Salta Con L'Asta

Solitario nel vecchio castello
consumando la triste vigilia
inedito : annaffia l'antico rampollo
coniato negli anni da antica famiglia
Non valse l'amore di tre cortigiane
per divietar l'emottoico pianto
nè il rosso nettare di tre damigiane
l'erede è partito,il cavallo,il suo manto
Nella foresta di faggi segati
le nuvole acerbe di cieli malati
come gli illusi le assurde chimere
seguendo l'amore partì il cavaliere.
Tremila città tremila villaggi
la sagoma bianca striata dei faggi
scordò la sua terra scordò la sua casta
rimase una vecchia che salta con l'asta.
E salta la vecchia e salta un bambino
nella penombra segata di un pino
e la vecchia si ferma il bimbo riposa
si chiude nei petali come la rosa.
Confida giocando alla vecchia incolore
la sua vecchia storia il suo vecchio amore
la vecchia racconta la favola antica
di quel cavaliere che cerca l'amica.
Nella foresta di faggi segati
le nuvole acerbe di cieli malati
come gli illusi le assurde chimere
seguendo l'amore partì il cavaliere.
Tremila città tremila villaggi
la sagoma bianca striata dei faggi
scordò la sua terra scordò la sua casta
rimase una vecchia che salta con l'asta.


Smentitemi se avete notizie differenti, al primo ascolto ho pensato al figlio di Agnelli.

[modifica] Anonymous

ecco questo nn e' un fake.
ebbene si edo agnelli e forse nn solo lui nella famiglia mori' x mano di qualcuno.
era un personaggio scomodo e pericoloso.
la famiglia sta x essere assorbita dal ramo ebraico , gli elkan, che stanno prendendo il sopravvento nelle alte sfere del potere.
gli eredi saranno loro e la fiat nn sara' piu' legata al sangue italiano, ma verra' di fatto assorbita dall ' elite' della massoneria israeliana europea, x intenderci quella di la7, di tronchetti provera, di sky, di 3, di unicredit, di red, del pd, dei casaleggio

nn che prima la fiat nn fosse collegata alla massoneria e ovviamente al potere, anche durante il fascismo pagava i picchiatori x menare gli oppositori operai e x industrializzare il bel paese, poi durante il dopoguerra fu sostenuta dalla massoneria americana e infine da quella israeliana di tendenza "finto " liberal...
a breve ci sara' la totale annesione alla famiglia elkan...
un po' come succedeva nelle monarchie dal medioevo in su, avevano sempre infiltrati askinaziti come parenti.

nn vuole essere un discorso antisemitico, essendo i palestinesi i veri semiti originari, e nemmeno un discorso antiebraico essendo anch' io di origine ebraica,
ma solo una constatazione oggettiva di come il potere ha una lunga scia di sangue "reale " e di innesti in tutte le sfere di comando.
la terra promessa nn e' israele, che e' solo una postazione geopolitica-esoterica,
ma la terra tutta, il mondo promesso.
cio' che e' stato progettato un giorno si avverera'...

[modifica] avvsantelia

Penso anch'io che sia stato ucciso, ma la cosa che nn riesco a capire è come mai il padre nn abbia fatto nulla almeno ufficcialmente? La morte di un figlio è una delle cose più tragiche che possa succedere nella vita di un uomo e nn credo che anche se animata da logiche perverse di potere un uomo la possa accettare

[modifica] Anonymous

Una persona come Agnelli, invischiata com'è nei giochi di potere, non può (o non vuole?) impedire l'eliminazione di una persona scomoda, foss'anche un figlio.

[modifica] iosperiamochemelacavo

Articolo trato da www.comedonchisciotte.org

L'ULTIMA VERITA' SU EDOARDO: "UCCISO DA UN COMPLOTTO"

DI TONY DAMASCELLI ilgiornale.it

Il giallo Agnelli jr. Un suicidio pieno di segreti, l’ombra dell’islam, una serie di lettere strane. Un libro riapre il caso. In "Ottanta metri di mistero" raccolte decine di testimonianza. E troppi silenzi

Sostiene Giuseppe Puppo che sulla morte di Edoardo Agnelli non è stata detta tutta la verità. Forse. Lo scrive in un libro, edito da KOINè, dal titolo «Ottanta metri di mistero, la tragica morte di Edoardo Agnelli». Centosettanta pagine di testimonianze raccolte dal giornalista scrittore leccese, Giuseppe Puppo, appunto, scosso improvvisamente nel febbraio dell’anno scorso, dalla storia amara dell’eredità della famiglia Agnelli, della causa intentata da Margherita: «Mi tornarono alla mente le voci, gli articoli, le illazioni fatte al tempo della morte di Edoardo, quello che riportarono certi siti internet, il suicidio misterioso, la lotta di potere, l’esclusione del figlio da ogni ruolo. Per sei mesi ho raccolto testimonianze di amici, parenti, altre figure per riscrivere i fatti di quel giorno, il quindici di novembre dell’anno duemila. Mi sono chiesto: come mai per la morte di lady Diana sono stati scritti mille articoli, trenta libri e svolte due inchieste una in Inghilterra, un’altra in Francia mentre per Edoardo il caso si è chiuso in quarantotto ore».

A seguito: Ottanta metri di mistero. La tragica morte di Edoardo Agnelli (Carlo Gambescia);

Ecco il riassunto di un libro che gode della prefazione di Ferdinando Imposimato, magistrato campano, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, giudice istruttore di drammatici processi ai terroristi, dall’omicidio di Moro all’attentato a Giovanni Paolo II. Imposimato registra, non si schiera ma lascia aperta la porta all’ipotesi che qualcosa di diverso, da quello registrato ufficialmente agli atti, possa essere accaduto. Il libro di Puppo riaccende la luce nelle zone buie, che sono molte, direi troppe e sulle quali nessuno ha mai voluto veramente fare chiarezza, confermando il sospetto o la teoria che qualunque vicenda riguardi o sfiori la famiglia più importante d’Italia sia destinata a smarrirsi nel silenzio. Così non vorrebbero alcuni personaggi avvicinati dall’autore, così non vuole Marco Bava, analista finanziario, amico di Edoardo, convinto che il suicidio sia una copertura e l’omicidio la verità, così il medico legale di turno, il dottor Carlo Boscardini che si chiama fuori da quel pomeriggio tragico con il titolo «Io non c’ero», scaricando ogni responsabilità del certificato di morte sul dottor Marco Ellena, suo superiore gerarchico, che compilò il referto con alcune imprecisioni dovute alla fretta, forse, le tracce di terriccio tra le mani del giovane Agnelli, difficili da spiegare per chi era piombato da un’altezza di 90 metri, così come i mocassini ancora ai piedi. Sceglie il silenzio il medico del 118, accorso per primo sul posto, non risponde alle domande di Puppo.

E ancora, la strana e ingiustificata assenza degli «angeli custodi» delle guardie del corpo di Edoardo Agnelli, le due ore trascorse da quando uscì di casa alle 7 e un quarto per arrivare, dopo sessanta chilometri, sul viadotto di Fossano; le telecamere a circuito chiuso, di casa Agnelli, le cui immagini non sono state mai riviste; il traffico telefonico sui due cellulari lasciati a bordo della Croma prima dell’epilogo, la totale assenza di testimoni alle 9 del mattino lungo un tratto stradale che registra il passaggio, a quell’ora, di almeno otto vetture al minuto, l’abbigliamento di Edoardo Agnelli, il pigiama sotto la camicia; l’assenza di impronte digitali sulle portiere e a bordo della Croma, la sepoltura affrettata, l’esame autoptico mancante; e come una nuvola grigia, fastidiosa sopra questo scenario già angosciante, la tesi di un complotto sionista che troverebbe la giustificazione nell’adesione nel 1974 di Edoardo all’Islam e sulle conseguenze che questa sua scelta avrebbe avuto sul futuro dell’azienda e del patrimonio Fiat, di cui, lui, sarebbe stato erede. Tesi lanciata in Iran subito dopo la morte di Edoardo (al quale nel novembre del duemila e cinque è stata intitolata una piazza di Khomein città natale dell’ayatollah e l’aula magna dell’università Al Zahra di Teheran), tesi costruita sul dissidio «religioso» e non soltanto con l’altro ramo di famiglia, gli Elkann legati al mondo ebraico, tesi smentita tuttavia dal profondo rapporto che legava Edoardo a Margherita, ribadito dalle lettere numerose, accorate nelle quali il fratello confessava il proprio disagio: «...Margi sono felice ma un poco in tensione. Papà mi ha parlato di alcuni lavori e di certi progetti dei quali, lo confesso, nel particolare ho capito ben poco. Oppure ho capito troppo bene e ora ho paura di avere inteso una canzone stonata. Lo sai bene che la mia mente vola alta sopra le megalopoli industriali e, osservando con attenzione sotto, vedo poco di buono e tantissimo da trasformare... Vorrei che papà mi stesse vicino per accompagnarmi lungo i primi passi del percorso che, immagino, sarà lungo e assai impegnativo. Mi auguro proprio che questo accada, anche se pensandoci provo un disagio simile alla paura».

E in un altro scritto Edoardo parla del proprio impegno in Fiat, dell’idea di affidare le competenze a una persona, sembra Marco Bava appunto che ne curava il profilo economico: «Se il potere della nostra famiglia cadesse nelle mani sbagliate sarebbe una cosa estremamente pericolosa per questa nazione... Mio padre si è comportato benissimo fino ad oggi. Ma se non imposta la propria successione in maniera corretta anche lui dovrà rispondere delle proprie azioni e dare le sue spiegazioni davanti a Dio. Questo se lo deve mettere in testa». E infine il rifiuto di firmare una sorta di rinuncia ai diritti di «Dicembre» la società finanziaria della famiglia (che controllava l’intero mondo Agnelli), in cambio di benefici economici. Ma chi può dimenticare i problemi esistenziali di Edoardo? La droga, i viaggi in India, le improbabili lettere scritte ai capi di Stato di ogni dove? Il suo carattere ora solare ora buio? Resta il mistero, il libro di Puppo riapre interrogativi. Come in questi otto anni, ricadranno nel silenzio.

Tony Damascelli Fonte: www.ilgiornale.it Link: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=326849&PRINT=S 5.04.2009

OTTANTA METRI DI MISTERO. LA TRAGICA MORTE DI EDOARDO AGNELLI

DI CARLO GAMBESCIA carlogambesciametapolitics.blogspot.com

Una volta letto e chiuso l’ultimo libro del giornalista e scrittore Giuseppe Puppo, il pensiero va subito alla sua capacità di trattare con professionalità e rispetto un argomento giornalisticamente border line come la morte di Edoardo Agnelli (Ottanta metri di mistero. La tragica morte di Edoardo Agnelli, pref. di Ferdinando Imposimato, Koinè Nuove Edizioni, Roma 2009, pp. 176, euro 14,00; ma si veda anche il suo sito http://www.giuseppepuppo.it/ ). Puppo si muove con eleganza antica nel nobile alveo del grande giornalismo d’inchiesta, rigoroso, documentato, pacato. Il libro indaga la morte per suicidio di Edoardo, quarantasei anni, unico figlio maschio di Giovanni Agnelli, lanciatosi nel vuoto, dall’alto di un ponte dell’autostrada A6 Torino-Savona, il 15 novembre 2000: da ottanta metri, come recita il titolo del libro.

Una tragica vicenda. Ma il tocco felpato, non meno penetrante, dell’autore lascia il segno: siamo davanti a un libro-inchiesta che si legge d'un fiato, ma che non priva il lettore di quell' appagamento intellettuale, sempre più raro, soprattutto in tempi di giornalismo sciatto e urlato. Ovviamente l’ipotesi alternativa, che Puppo più che imporre sottopone al giudizio dei lettori attraverso la forbita intelligenza dei documenti ( virtù molto torinese, questa, benché l'autore lo sia solo d'adozione), è quella dell’omicidio. Dietro il quale si celerebbero astiose questioni ereditarie interne alla famiglia Agnelli. Nonché forse più sottili ragioni politiche e religiose. Probabilmente legate alla scelta islamica, filo-iraniana e sciita di Edoardo: una "svolta" spirituale addirittura risalente agli anni Settanta, e in seguito sempre meno apprezzata, se non temuta, dalle componenti familiari più filo-semite e internazionalizzate... Ma su questo aspetto lasciamo ai lettori il gusto di scoprire, pagina dopo pagina, l’intreccio, così ben ricostrutito e indagato da Giuseppe Puppo, in particolare attraverso interviste e testimonianze inedite. Il quale, ripetiamo, non impone tesi precostituite. Ma accompagna il lettore, quasi per mano, lungo un onesto cammino di ricerca (come nel bellissimo ultimo capitolo, vero gioiello di fine recherche introspettiva), persino nei luoghi fisici dei tristi eventi. A ritrovare quella che con formula felicissima, Puppo definisce la “geografia dell’anima” non solo di Edoardo, degli Agnelli, ma di una città , già intrigante di suo, come Torino.

In realtà, quel che più colpisce di Ottanta metri di Mistero è il fattore Buddenbrook. Che sociologicamente rinvia a quella gigantesca e spesso perdente lotta contro le dure leggi della decadenza sociale. Alle quali anche il capitalismo, come sistema sociale, soprattutto se familiare, non può sottrarsi, proprio nelle sue "micro-articolazioni". Come appunto mostra il modello per eccellenza di capitalismo familiare, quello della stirpe dei Buddenbrook, immortalato da Thomas Mann. Ma ci spieghiamo meglio.

Le pagine di Puppo offrono ai lettori lo spaccato sociologico di quelli che sono i problemi “dinastici” di certo capitalismo familiare, ancora vivo - per alcuni, purtroppo - nell’ Italia del 2009 , ma con radici lontane nell’Ottocento europeo. Dove, ieri come oggi, le generazioni al comando, tentano di darsi il cambio, anello dopo anello. E in che modo? Guardandosi febbrilmente intorno, sempre in cerca di come sostituire degnamente gli anelli deboli del sangue, attraverso politiche matrimoniali e successioni guidate dalla "cultura" del comando, magari attraverso il meccanismo dell' “adozione”, non sempre pubblica come invece avveniva nella Roma imperiale. E così proseguire, grazie a trasfusioni di sangue fresco, la difficile lotta contro le costanti della decadenza sociale, dettate dalla biologia e dalla sociologia degli organismi sociali. Già Marx, benché in altro senso, aveva parlato del capitalismo come di un fenomeno vampiresco. In certa misura, il passaggio epocale, soprattutto novecentesco, dal capitalismo familiare a quello manageriale e azionistico, può essere visto come un tentativo di contrastare le costanti di cui sopra, sostitituendo alle famiglie (socialmente) mortali, la specie immortale della "forma" azione. Puntando su manager sempre sostituibili con altri manager, all'insegna della continuità, se non perennità, del comando, detenuto dai possessori delle azioni immortali. Ma questa è un'altra storia.

Edoardo, così colto e fragile al tempo stesso, non poteva che essere una vittima designata. Come ogni anello debole. Vittima di se stesso? Di altri? Per scoprirlo, o comunque per avvicinarsi alla verità, consigliamo di leggere l'avvincente libro-inchiesta di Giuseppe Puppo.

Carlo Gambescia Fonte: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com Link: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2009/03/il-libro-della-settimana-giuseppe-puppo.html 5.04.2009

Ottanta metri di mistero. La tragica morte di Edoardo Agnelli, pref. di Ferdinando Imposimato, Koinè Nuove Edizioni, Roma 2009, pp. 176, euro 14,00 – www.edizionikoine.it

[modifica] disadattato

gli agnelli come i kenedy? certo la morte sequenziale dell'intera stirpe in pochi anni lascia sgomenti, e ci fa capire con che genere di potere abbiamo a che fare.

[modifica] macimini

la famiglia elkan ha succeduto la famiglia agnelli al potere oscuro in italia e nel mondo il giovane elkan john è un membro di spicco del bilderberg group come lo era il rettiliano giovanni agnelli.

[modifica] Turista21

Collabora a Wikiquote
"AGNELLI ERA UN SATANISTA..."
(origine sconosciuta)


MDD:
il tuo commento mi ha comunque fatto pensare al collegamento con la città di Torino e a quel che si dice del famigerato triangolo con Parigi e Praga (ricordo bene?)...

[modifica] simona

Date un'occhiata...

[modifica] paoloblogger

15/5/2009 (19:44) - LUTTO

Morta a Roma Susanna Agnelli

Sorella dell'Avvocato, 87 anni, era stata ministro degli Esteri nel governo Dini

ROMA
Susanna Agnelli è deceduta questa sera a Roma. La sorella dell’Avvocato Gianni Agnelli era ricoverata al Policlinico Gemelli. È stata ministro degli Esteri durante il Governo Dini ed attualmente era presidente di Telethon. Prima di Pasqua era stata sottoposta a un intervento per la frattura del femore in seguito ad una caduta. Dopo l’operazione, a causa di una serie di complicazioni, non era più tornata in salute.

Da scrittrice a ministro

Con Susanna Agnelli scompare un pezzo di storia italiana. Susanna, sorella di Gianni e Umberto, era nata a Torino il 24 aprile del 1922. Giovanissima, durante la seconda guerra mondiale, entrò a far parte della Croce rossa italiana. Alla fine della guerra, sposò Urbano Rattazzi, da cui ebbe sei figli. Negli anni ’70 inizia la sua carriera nelle istituzioni: dal 1974 al 1984 ricoprì la carica di sindaco del comune di Monte argentario, in provincia di Grosseto. Nel 1976 venne eletta deputato, e nel 1983 divenne senatore nelle liste del partito Repubblicano italiano. Dal 1983 al 1991 ha ricoperto la carica di sottosegretario agli Esteri sotto vari governi, diventando la prima e unica donna nella storia italiana ad accedere al dicastero della Farnesina. Susanna Agnelli diventò ministro degli Esteri sotto il governo Dini, tra il 1995 e il 1996. Eletta alle elezioni europee del 1979 per le liste del partito repubblicano italiano fu anche membro della commissione per le relazioni economiche esterne. Ha aderito al gruppo parlamentare liberaldemocratico. E' rimasta in carica fino all’ottobre 1981. Negli anni ’80 è stata l’unico membro italiano della «commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo», il cui rapporto è noto, dal nome della sua presidentessa, come «Rapporto Brundtland». Molto noto il suo impegno civile, è stata per lunghi anni presidente di telethon. Susanna Agnelli ebbe una carriera anche come scritttrice per la sua autobiografia intitolata "Vestivamo alla marinara" (1975), best seller in italia e all’estero. Tra gli altri titoli si ricordano: "Gente alla deriva" (1980), "Ricordati gualeguaychu" (1982), "Addio, addio mio ultimo amore" (1985). Per anni ha curato una rubrica di posta intitolata "Lettere private" su un importante settimanale italiano.

- - -

... mmmmmmmm ... oggi la data fa 22 ...

Ciao

[modifica] Stefania Nicoletti

Edoardo Agnelli martire dell’ Islam

Nel nome di Allah

Edoardo Agnelli (figlio del senatore Agnelli) era musulmano e fu assassinato dai sionisti.


Nel 2003 è stato presentato in Iran un film documentario dal titolo “Edoardo” sulla sua morte misteriosa avvenuta il 15 novembre 2000. In Italia un pesante velo di censura è stato steso dai mass media su questo avvenimento. Nessuno ha parlato dell’entrata nell’Islam di Edoardo e nessuno ha scritto che in Iran è stato prodotto un film documentario su di lui, ne tanto meno che gli iraniani considerano Edoardo un martire dell’Islam. In Iran è stato creato un sito internet dedicato a lui. Il sito contiene la copia di un suo manoscritto dedicato ad Allah e le foto della sua partecipazione alla Preghiera del Venerdì a Teheran con l’Ayatollah Khamenei, Guida della Rivoluzione islamica

Ma perché i sionisti l’hanno ucciso?

Primo, perché Edoardo era un mussulmano, secondo perché con la sua morte la sua eredità va alla sorella che ha 4 figli dal suo primo marito ebreo. Tramite lei, la ricchezza e la direzione della Fiat vanno nelle mani di Jon Elkan e dei suoi fratelli ebrei.

In Italia si è attuato, con successo, un grande golpe economico, la ricchezza di Agnelli e la direzione delle aziende sono passate nelle mani degli ebrei e nessuno si è accorto di nulla o forse tutti hanno taciuto.

Si sospetta che anche il cugino di Edoardo sia stato ucciso da loro per impedire che assumesse la direzione della Fiat e di tutte le altre attività ad essa collegate.


Per i mussulmani esiste una grande differenza tra gli Ebrei (“gente del Libro”) ed i sionisti, così come c’è differenza tra il cristianesimo ed il marxismo.

Una delle vie percosse dai sionisti per raggiungere i loro scopi è quella di favorire i matrimoni degli ebrei con ricchi e influenti personaggi del mondo economico e socio culturale mondiale. Così come è accaduto per il padre e la sorella di Edoardo!

Ma il complotto non finisce qui.

Dopo il matrimonio con una sionista, per una strana coincidenza, una serie di disgrazie investono la famiglia Agnelli, e i beni della famiglia, passano gradualmente, per diritto ereditario nelle mani dei nuovi parenti ebrei!


Edoardo aveva detto ai suoi amici iraniani che egli temeva per la sua vita che, prima o poi, i sionisti l’avrebbero ammazzato facendo passare la sua morte per un suicidio o un incidente.

Il pericolo esiste per le figlie della sorella di Edoardo avute dal marito cristiano, se a loro dovesse capitare qualche disgrazia, la loro parte di eredità toccherebbe ai figli avuti del secondo marito ebreo, cosa estremamente interessante per i sionisti.

Edoardo, quando era uno studente ventenne viveva a New York, leggendo il Corano divenne, dopo la Rivoluzione Islamica in Iran , musulmano e dopo 5 anni shiita. In quegli anni fu anche ricevuto dall’Imam Khomeini.


Certamente, i fatti esposti ci pongono un interrogativo?

Perché nessuno ha il coraggio di rompere il muro di omertà steso attorno alla morte di Edoardo?

Si può trovare un gruppo che chieda dalla magistratura di indagare sul caso per accertare, senza ombra di dubbio, se si sia trattato di suicidio o di assassinio?

Perché nessuna televisione italiana ha trasmesso il film documentario sulla vita di Edoardo Agnelli presentato dalla TV iraniana?
Perché la stampa italiana non ha mai parlato dell’entrata nell’Islam di Edoardo Agnelli?

All’ indomani dell’assassinio di Edoardo, l'agenzia di stampa ANSA in Tehran fu informata della sua conversione, ma gli addetti risposero che non erano interessati a tale notizia.


[modifica] Dcumentario 1

Il documentario Iraniano che mette in dubbio la tesi ufficiale del suicidio di Edoardo Agnelli aprendo la pista dell'assassinio (video caricato da Duffy)


[modifica] Dcumentario 2

Documentario in lingua originale ma con sottotitoli in inglese.


A Documentary from The Islamic Republic of Iran on the life of the great Martyr of Islam Shaheed Dr. Mahdi Edoardo Agnelli(RA) the son of an Italian Billionaire, he converted to Islam after extensive research and met Imam Khomeini(RA) in person. He was murdered by Zionist agents in order to prevent that he inherrits the huge wealth of his father since he was his fathers only son and heir. For more info about this great Martyr of Islam please visit: http://www.edoardo.ws/

[il sito è stato rimosso...]



[modifica] Riccardo De Benedetti

Questo bel documentario mi ha fatto tornare alla mente una fantastica canzone di De André che molto ricorda la famiglia Agnelli, secondo me..


OTTOCENTO

Cantami di questo tempo
l’astio e il malcontento
di chi è sottovento
e non vuol sentir l’odore
di questo motor
che ci porta avanti
quasi tutti quanti
maschi , femmine e cantanti
su un tappeto di contanti
nel cielo blu

Figlia della famiglia
sei la meraviglia
già matura e ancora pura
come la verdura di papà

Figlio bello e audace
bronzo di Versace
figlio sempre più capace
di giocare in borsa
di stuprare in corsa e tu
moglie dalle larghe maglie
dalle molte voglie
esperta di anticaglie
scatole d’argento ti regalerò

Ottocento
Novecento
Millecinquecento scatole d’argento
fine Settecento ti regalerò

Quanti pezzi di ricambio
quante meraviglie
quanti articoli di scambio
quante belle figlie da sposar
e quante belle valvole e pistoni
fegati e polmoni
e quante belle biglie a rotolar
e quante belle triglie nel mar

Figlio figlio
povero figlio
eri bello bianco e vermiglio
quale intruglio ti ha perduto nel Naviglio
figlio figlio
unico sbaglio
annegato come un coniglio
per ferirmi, pugnalarmi nell’orgoglio
a me a me
che ti trattavo come un figlio
povero me
domani andrà meglio

Ein klein pinzimonie
wunder matrimonie
krauten und erbeeren
und patellen und arsellen
fischen Zanzibar
und einige krapfen
frùer vor schlafen
und erwachen mit walzer
und Alka-Seltzer fùr
dimenticar

(Un piccolo pinzimonio
splendido matrimonio
cavoli e fragole
e patelle ed arselle
pescate a Zanzibar
e qualche krapfen
prima di dormire
ed un risveglio con valzer
e un Alka-Seltzer per
dimenticar).

Quanti pezzi di ricambio
quante meraviglie
quanti articoli di scambio
quante belle figlie da sposar
e quante belle valvole e pistoni
fegati e polmoni
e quante belle biglie a rotolar
e quante belle triglie nel mar.


FABRIZIO DE ANDRE'


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