Paul Bennewitz

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Paul Bennewitz
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Paul Frederic Bennewitz, Jr. (29 settembre 1927 - 23 giugno 2003) è stato un uomo d'affari americano e ufologo, da cui ha tratto origine la tesi del complotto UFO (cospirazione mondiale, in cui i vari Governi sarebbero implicati), nel 1980. Figlio di Paolo Federico Bennewitz, Sr. (1900-1949) e Stella A. Sharp.

Indice

Panoramica

In un dottorato di ricerca in fisica, Bennewitz ha sostenuto l'esistenza di un complotto governativo che coinvolgerebbe una vasta rete di basi UFO sotterranee, segrete e in stretto rapporto coi militari, le cui attività sarebbero legate ad una presunta colonizzazione aliena, volta a soggiogare l'umanità. Dopo aver visto le sessioni di ipnosi di Myrna Hansen, che sosteneva di aver avuto esperienze UFO, si convinse che le mutilazioni di bestiame fossero dovute agli "stranieri". Bennewitz, affermò inoltre di aver scoperto e raccolto numerose prove su come gli alieni controllassero gli esseri umani attraverso dispositivi elettromagnetici (impianti), e inoltre, ha affermato che degli UFO sono stati regolarmente visti e filmati sorvolando nelle vicinanze della Base Aerea di Kirtland (Nuovo Messico) e vicino l'impianto di stoccaggio per armi nucleari di Manzano (Coyote Canyon Area di test). [1]

Era convinto di aver intercettando comunicazioni elettroniche, provenienti da navicelle aliene poste nelle vicinanze di Albuquerque, New Mexico, tramite le quali si convinse altresì, di aver individuato un'enorme infrastruttura aliena, segreta, che lui chiamava: la Base di Dulce. Dal 1982, Bennewitz comincerà a diffondere queste sue idee in materia, della Base sotterranea di Dulce, ad altri gruppi di ufologia. Nel 1988 scrisse un articolo intitolato "Progetto Beta", nel quale esponeva in dettaglio come la base potesse essere attaccata e, forse distrutta, con successo. [2]

Bennewitz, ha poi cercato di esporre queste sue convinzioni al Phenomena Research Organization aerea, che lo considerò tuttavia un illuso paranoico. L'ufologo William Moore ha rivendicato di aver cercato di spingere Bennewitz, che era stato in un centro di salute mentale in tre occasioni dopo aver sofferto di una grave paranoia delirante, verso un "crollo mentale" (per ordine del Governo); da lui stesso alimentato, dandogli false informazioni sugli alieni.[1]

Tesi propugnate

Questa sezione è parte di un Articolo o articoli citati; potrebbe pertanto non esprimere il punto di vista enciclopedico, del resto della voce.
IL CASO BENNEWITZ

(di Giacomo Casale)

Il 23 giugno 2003 è morto Paul Bennewitz, uno dei primi propugnatori della teoria del "patto scellerato", in base alla quale il governo degli Stati Uniti d'America avrebbe stipulato un accordo segreto con gli alieni grigi provenienti dal sistema di Zeta Reticuli.

La singolare storia di Bennewitz, un ingegnere elettronico di Albuquerque nel New Messico, inizia nel 1979 quando ha modo di avvistare e filmare strane luci nel cielo nei pressi della base aerea Kirkland AFB di Manzano, che dista poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

In quel periodo Bennewitz, che era membro dell'APRO (Aerial Phenomena Research Organization), una delle più vecchie e prestigiose organizzazioni ufologiche americane, investigava su un caso di rapimento da parte di alieni, riguardante una donna di nome Myrna Hansen, la quale sosteneva di aver avvistato, assieme al giovane figlio, un UFO, mentre stava guidando su una strada rurale nei pressi di Cimarron nel Nuovo Messico.

Coadiuvato da Leo Sprinkle, noto psichiatra ed ufologo, Bennewitz sottopose ad ipnosi regressiva la Hansen, la quale raccontò un storia allucinante.

In stato di ipnosi la donna riferì di aver, in quell'occasione, avvistato diversi Ufo, nonché di essere stata rapita, assieme al figlioletto, dagli alieni; e quindi, condotta in una base segreta, sotterranea.

All'interno della base aveva assistito, oltre che alla mutilazione ed al dissanguamento di capi di bestiame bovino, all'agghiacciante visione di contenitori con all'interno parti di corpi umani, galleggianti in un liquido color ambra.

La donna affermava inoltre che gli alieni, prima di rilasciarli, avevano inserito nel suo corpo ed in quello del figlio, degli "impianti" capaci di controllare le loro menti a distanza.

Convinto che tale episodio fosse in qualche modo collegato alle strane luci da lui avvistate sulla base di Manzano, Bennewitz cominciò a filmarle, ricavandone diversi metri di pellicola.

Riuscì anche a registrare e decodificare, con un programma informatico di sua invenzione, dei misteriosi segnali elettronici provenienti, a suo parere, dalle navette aliene. Bennewitz scrisse sulle sue ricerche, una lunga relazione, che denominò: "Progetto Beta".

Poiché l'APRO non prese però molto sul serio la sua storia, Bennewit decise allora di rivolgersi all'USAF, la quale si mostrò invece molto interessata al suo materiale. Infatti, in un documento USAF declassificato, si legge che i film ed i nastri magnetici che Bennewitz presentò al personale della base Kirkland alla fine del 1980 vennero analizzati dal sergente Richard Doty e da Jerry Miller, un ex consulente del progetto Blue Book. Le conclusioni, furono che: le immagini mostravano degli oggetti volanti non identificati, ma che non era possibile dire se costituivano una minaccia per la sicurezza della base.

Solo nel 1982 l'APRO decise di indagare sulle affermazioni di Bennewitz, affidando il caso ad uno dei suoi direttori, William Moore, il quale era già noto per aver investigato sul caso Roswell, ricavandone (due anni prima) un libro di successo in collaborazione con Charles Berlitz.

Bennewitz riferì a Moore, le conclusioni a cui era pervenuto intercettando i segnali extraterrestri.

Dalle trasmissioni, si evinceva un drammatico scenario: due tipi di razze extraterrestri avevano invaso gli Stati Uniti.. i benevoli "Bianchi" e gli ostili "Grigi". Questi ultimi, erano i responsabili delle mutilazioni di bestiame e dei rapimenti (abduction) degli esseri umani.

I Grigi, avevano inoltre stipulato un accordo con il governo USA, il quale aveva permesso loro di costruire una base segreta sotterranea sotto la riserva indiana degli Apache Jicarilla nei pressi di Dulce, New Messico. Gli alieni, però, erano sul punto di rompere il trattato.

Bennewitz, sempre più spaventato dalle sue scoperte, cercava di avvertire le autorità (deputati e senatori, scienziati, militari e ufologi come John Lear e Linda Howe) del pericolo imminente.

Nel frattempo, William Moore era stato avvicinato dal sergente Richard Doty, il quale gli aveva rivelato come, a partire dal 1980 e per quasi tre anni, gli agenti di varie agenzie governative, avevano messo in atto una campagna di "disinformazione" contro la figura di Paul Bennewitz; con lo scopo di confonderlo e screditarlo, agli occhi dell'opinione pubblica.

Doty si servì inoltre di Moore per propinare, al povero Bennewitz, ogni sorta di materiale fasullo preparato dall'AFOSI (ufficio speciale investigazioni Air Force).

Lo stato mentale di Bennewitz, a causa di tutto ciò, finì col deteriorarsi progressivamente: dormiva pochissimo, si barricava in casa armato fino ai denti, ed aveva allucinazioni di alieni intenti a far esperimenti su di lui.

Di lì a poco, Bennewitz venne ricoverato in un ospedale psichiatrico a causa di un forte esaurimento nervoso.

Solo nel 1989, in occasione di un convegno del MUFON, Moore confessò alla platea di ufologi di aver preso parte alla campagna di disinformazione, che aveva portato al collasso psichico il povero Bennewitz.

Disse, di non aver idea del perché l'AFOSI avesse orchestrato tutto ciò e che poteva fare solo delle ipotesi.

La prima, è che Bennewitz potrebbe essere stato scelto a caso dai servizi di intelligence come cavia, per un esperimento di disinformazione applicata al mondo reale.

Oppure, che il governo preoccupato di quello che Bennewitz stava scoprendo alla base di Manzano, decise di confonderlo a tal punto, da fargli perdere interesse per la cosa; e anche di renderlo assolutamente non credibile, qualunque altra informazione divulgasse.

L'ultima ipotesi, è che i servizi segreti abbiano voluto infliggere una punizione esemplare a Bennewitz, allo scopo di scoraggiare chiunque altro avesse voluto, in futuro, ficcare il naso nei pressi di una base miliare.

Moore, cercò di giustificarsi affermando di essere stato al gioco delle agenzie governative per di guadagnarsi la loro fiducia, e poter ottenere quindi successivamente informazioni classificate sugli UFO.

A quanto pare, però, il governo aveva colto due piccioni con una sola fava; in quanto, anche lo stesso Moore, come Bennewitz, uscì "ingloriosamente" dalla scena ufologica, abbandonando il salone del convegno tra i fischi e le urla di disapprovazione dei presenti.. .

Cosa aggiungere sul caso Bennewitz? Io ritengo che le sue teorie, pur se contaminate dalla disinformazione, hanno alla base un fondo di verità. Non si spiega altrimenti il grande impiego di energie e di personale da parte dei servizi di intelligence, per screditarne le affermazioni.

Coloro che hanno visionato il suo materiale filmato, dichiarano che esso contenga realmente immagini di oggetti non convenzionali. Inoltre, le sue affermazioni sulle abduction, sono state successivamente confermate da ulteriori ed attenti studi; i quali, hanno anche svelato la natura fondamentalmente ostile, di alcune razze aliene.. .

Ora, Paul Bennewitz ha lasciato questo mondo per sempre; ma, la verità non è stata sepolta con lui e tutti noi abbiamo l'obbligo morale e civile di perseguirla, costi quel che costi.

Fonti: http://www.skepticfiles.org/mys4/projbet.htm - http://nachos.net/forums/archive/index.php/t-35234 - http://www.ufonet.it
Contenuto di libera utilizzazione ai sensi della legge 22 aprile 1941, n. 633.

Ulteriori letture

  • Greg Bishop, Project Beta: The Story of Paul Bennewitz, National Security, and the Creation of a Modern UFO Myth, Paraview Pocket Books, 2005; ISBN 0-7434-7092-3
  • Jerome Clark, The UFO Encyclopedia, Volume 3: High Strangeness, UFO’s from 1960 through 1979; Omnigraphics, 1996; ISBN 1-55888-742-3
  • Jerome Clark, The UFO Book: Encyclopedia of the Extraterrestrial, Visible Ink, 1998, ISBN 1-57859-029-9

Note

  1. 1,0 1,1 Barna William Donovan, Conspiracy Films: A Tour of Dark Places in the American Conscious , McFarland24 July 2011, ISBN 978-0-7864-3901-0 URL consultato il 16 April 2012.
  2. Michael Barkun, A Culture of Conspiracy: Apocalyptic Visions in Contemporary America , University of California Press4 May 2006, 111– ISBN 978-0-520-24812-0 URL consultato il 16 April 2012.

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