Frate Atanasio/Indice/N
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Nasturzio (Crescione d'acqua)
Nasturtium officinale, R. Br. [1][2][3][4][5][6][7][8][9]
NOM1 DIALETTALI: Cresson, Cressom, Grassom, Cresson de fontana.
DESCRIZIONE: Fusto prostrato e radicante in basso; foglie dispari, pennato con foglioline laterali ovate, ineguali alla base, intere o crenato sinuate, la terminale più grande e quasi rotonda; fiori piccoli bianchi; silique bislunghe, lineari.
H: comune e perenne lungo i ruscelli e presso le sorgenti.
P: la pianta fresca.
F: Crocifere.
Questa crocifera ha virtù depurative, diuretiche, corroboranti, detersive. Si usa il succo di pianta fresca pestata in un mortaio, e spremuto attraverso un panno di lino. Se ne prende in dosi da 100 a 150 gr. al giorno, a digiuno; e diuretico e depurativo, specialmente se preso per buon tratto di tempo. Questo succo è indicato quale cura primaverile, nello scorbuto, nell'idropisia, nell'itterizia, nei catarri bronchiali, polmonari, intestinali. Le foglie peste e applicate servono contro la tigna e il cimurro. Contro i rossori ed eruzioni cutanee si applicano 2 volte al giorno 50 gr. di succo con 10 gr. di essenza di mandorle amare. Il sapone è eccellente rimedio contro le scottature. Esso si prepara schiacciando crescione, cipolle, foglie di fragola e cuocendo il tutto con burro fresco, senza aggiungervi sale. Si filtra, e si ungono le parti ferite; il prurito cessa subito, rinfresca e guarisce presto. L'insalata si prepara versando sopra le foglie e cime ben lavate, il sugo di un limone; senza aceto e senza sale, vi si aggiunge solo un po' d'olio e una cipolla ben tagliuzzata; si lascia cosi in composta per due ore, e poi si prende, con grande giovamento dei polmoni e dei reni [e del fegato].
Nepetella
Calamintha Nepeta, Clairv. (Melissa calamintha, L.)
Nomi comuni: nepitella, nipitella, mentuccia.
DESCRIZIONE: Pianta pubescente (40-60 cm.); foglie ovato-romboidali, ottuse, crenulate, senza glandole; peduncoli multiflori (12-15 fiori); corolla azzurrastra a tubo diritto;
H: luoghi esposti al sole da fondo valle alla zona montana.
P: la pianta in fioritura.
F: Labiate.
La nepetella, presa in infuso di 15-20 gr., e grandemente giovevole nei crampi, nell'insonnia, nella difficoltà di respiro, nell'itterizia e nell'idropisia, promovendo essa fortemente l'orina e regolando le mestruazioni. Presa con miele e sale, uccide i vermi del corpo. La polvere di nepetella, presa nei cibi, scaccia le ventosità opprimenti o doloranti.
Anche la specie consimile, la Nepeta Cataria (ERBA GATTARIA) ha virtù toniche eccitanti, stomachiche, carmi- native ed emmenagoghe. Si trova qua e là tra le macerie, lungo le strade e le siepi. Foglie pelose, biancastre; fiori bianchi a spiga. Si fa l'infuso di 20 gr. in 1 litro di acqua.
Noce
Iuglans regia, L.
NOMI DIALETTALI: Nogara, Noghera, Nos, Noghiara.
DESCRIZIONE: Albero. Foglie grandi imparipennate o foglioline ovate; fiori maschi in amenti allungati; frutto globoso elissoideo, da prima verde e alla fine nero.
H: coltivata e qualche volta semi-spontanea.
P: le foglie, il mallo verde del frutto e i semi.
F: Iuglandacee.
L'albero di noce, nelle sue parti terapeutiche, ha proprietà astringenti, antiscrofolose, detersive. Si prepara l'infuso di 20 gr. di foglie in un litro d'acqua. Se ne prendono quattro tazze al giorno, nella cura delle scrofole, nelle eruzioni cutanee e nella debolezza dei bambini, per i quali pero la dose deve essere molto più mite. Per i suddetti mali, si possono fare anche bagni caldi, adoperando una buona manata di foglie cotte a lungo; si resta nel bagno dai 15 ai 20 minuti. La stessa cura vale per gli adulti di sangue cattivo, pallidi e con digestione insufficiente. L'olio dei semi e i malli in decozione (20 gr, in un litro d'acqua) servono contro le impetigini. I malli freschi o la polvere di essi servono benissimo a tingere i capelli in nero in modo duraturo e senza creare alcun danno alla pelle. Si usa l'estratto acquoso o alcoolico in soluzione di 1 per 25. Lo Scotti trova nella noce (bagni, bevande, applicazioni delle foglie o del decotto) rimedio infallibile per tutte le forme di scrofole, piaghe fistolose, periostiti cariose. Il Professor Antonelli, a questo proposito dice: "Se ai nostri giorni sono pochissimi i medici, che l'usano, ciò dipende non da loro, ma dai metodi di cura venuti in seguito all'introduzione di composti chimici per cui, dei vegetali, non si parla più nelle Scuole Superiori di medicina, e per cui avviene l'ignorare necessariamente tanto di buono e di utile ai malati. Non sempre il nuovo è migliore del vecchio". In realtà però, molti medici oggi si danno allo studio del vegetale, e s'insegna anche nelle scuole in conformità alle leggi vigenti.
Nocciolo
Corylus Avellana, L.
NOMI DIALETTALI: Noselar, Coleri, Noseler, Ninzoler, Golanar, Noslar, Bianer.
DESCRIZIONE: Foglie rotonde ovali, brevemente acuminate, doppiamente seghettate; stami e bratteole quasi uguali alla brattea; invoglio del frutto campanulato slargato di sopra.
H: comune nei terreni asciutti fino ai 1200 metri.
P: frutti, foglie e corteccia.
F: Cupulifere ; Betulacee.
La corteccia del nocciolo viene adoperata quale cataplasma contro le ulceri varicose (vene varicose aperte). Il frutto è assai gustoso e nutriente. Dai semi si estrae un olio, adoperato dai pittori. Si fa l'infuso di 15-30 gr. di foglie in 1 litro d'acqua quale depurativo del sangue, come cicatrizzante e nella cura delle malattie della pelle. Con l'emulsione dei semi, si ha un buon preparato contro le infiammazioni dell'intestino crasso.
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Trento (1931)