Ettore Majorana
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- Fisico Scomparso e Mai Rotrovato
da: ilbuonrifugio
Ettore Majorana (Catania, 5 agosto 1906 – ?, 27 marzo 1938) è stato un fisico italiano scomparso misteriosamente nel 1938.
[modifica] La scomparsa
La terza fase della vita di Ettore Majorana, la più enigmatica e forse sconvolgente per molti, si svolge nel breve tempo che va dal Novembre 1937 sino al 27 Marzo 1938.
I testimoni e i medici di famiglia asseriscono che Ettore Majorana viva, dal 1937 in poi, in uno stato di esaurimento nervoso che rasenta la follia.
Ettore dimostra invece di poter rientrare tranquillamente, se vuole, nella "vita normale" quando, su insistenza dei suoi colleghi ed in particolare di Amaldi e Fermi, decide di partecipare al concorso per la cattedra di Fisica teorica presso la Regia Università di Palermo.
Il "caso" vuole che la terna dei vincitori sia già stata seraficamente decisa. L'improvvisa partecipazione al concorso di Ettore, all'insaputa di tutti, mette in crisi la commissione d'esame, presieduta dallo stesso Fermi.
I commissari sono convinti che egli non avrebbe mai partecipato.
Veramente un brutto scherzo per tutti loro ed in particolare per S.E. Fermi, il quale risolve la questione scrivendo la seguente lettera al Ministro dell'Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai:
«Roma 25 Ottobre 1937 Eccellenza, la Commissione giudicatrice del concorso a cattedra di Fisica Teorica della R. Università di Palermo, oggi costituitasi, iniziando i suoi lavori è stata unanime nel rilevare, dopo esauriente scambio di idee, che tra i concorrenti il prof. Majorana Ettore ha una posizione scientifica nazionale ed internazionale di tale risonanza che la Commissione esita ad applicare a lui la procedura normale dei concorsi universitari. Si permette pertanto di prospettare alla E.V. l'opportunità di nominare Majorana, per alta e meritata fama, professore di Fisica Teorica in una delle Università del Regno, indipendentemente dal concorso chiesto dalla R. Università di Palermo. Si onora allegare una relazione sull'attività scientifica del Majorana. Con Osservanza. Enrico Fermi, Orazio Lazzarino, Enrico Persico, Giovanni Polvani, Antonio Carrelli.»
In conclusione, nell'autunno del 1937, Ettore Majorana viene nominato professore di Fisica Teorica presso l'Università di Napoli in base ad un articolo della legge universitaria dell'epoca che fa riferimento a meriti speciali e che è stata concepita qualche anno prima allo scopo di rendere possibile la nomina senza concorso di Guglielmo Marconi alla Cattedra di Onde Elettromagnetiche dell'Università di Roma.
Verso la fine del 1937 Ettore riceve, presso la sua abitazione romana, la nomina ufficiale del Ministro dell'Educazione e dopo l'Epifania si reca a Napoli. Da qui risponde alla precedente lettera:
«Ricevo comunicazione diretta da S.E. il Ministro per la mia nomina a Ordinario di Fisica Teorica presso la Regia Università di Napoli, in applicazione dell'art. 8 del R.D.L. 20 Giugno 1935-XIII, n° 1071. Nel porgere rispettosamente a S.E. il Ministro l'espressione del mio grato animo per l'alta distinzione concessami, tengo ad affermare che darò ogni mia energia alla scuola e alla scienza italiane, oggi in così fortunata ascesa verso la riconquista dell'antico e glorioso primato. Con Osservanza. Ettore Majorana.»
La sua indole di idealista puro lo conduce a riprendere una nuova battaglia, fondamentale per l'umanità del XX° secolo al fine di realizzare un mondo migliore. Ben presto però si dovrà ricredere.
Personalmente ritengo Ettore Majorana un genio destinato ad avere un compito speciale.
Si manifesta perciò in me tanto disagio nel sentire giudizi espressi da persone che si ritengono capaci di capire un personaggio che ha tutta una sua visione non comune della vita, naturalmente ad un livello assai superiore, come le sue alte qualità intellettive possono ben dimostrare.
[modifica] Gli ultimi mesi
Ma ritorniamo alla storia conosciuta, degli ultimi suoi mesi vissuti in questo pianeta.
Ettore inizia a svolgere a Napoli le sue lezioni dal 12 Gennaio 1938, ripartite in tre giorni della settimana.
Prende residenza prima all'Hotel Terminus e poi all'Hotel Bologna.
La sua vita sembra svolgersi regolarmente nella nuova veste di professore, anche se egli si accorge ben presto che pochi studenti sono in grado di seguirlo e tra essi figura il giovane Sciuti.
Ha tuttavia l'abitudine, dopo ogni lezione, di intrattenersi lungamente col prof. Carrelli, direttore di Facoltà . Sicuramente parlano di fisica in generale e per questo Carrelli intuisce che egli stesse lavorando su qualcosa di molto impegnativo, di cui non desidera parlare nel modo più assoluto.
Il 25 marzo 1938, dopo aver percepito lo stipendio degli oltre tre mesi d'insegnamento e preso il passaporto, s'imbarca sul traghetto "Il Postale" della Compagnia Tirrenia e da quel momento si perdono le sue tracce. La nave salpa alle 22,30 diretta a Palermo.
In quel venerdì Ettore Majorana imposta per il prof. Carrelli, suo unico confidente, una lettera con ciò scritto:
«Caro Carrelli, ho preso una decisione che era oramai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma sopra tutto per avere deluso tutta la tua fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi. Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto, particolarmente a Sciuti, dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo. E. Majorana.»
Purtroppo in quel viaggio non avviene nulla di quanto desiderato. Giunge a Palermo il giorno seguente e in questa città prende immediatamente alloggio presso l'Hotel Sole e spedisce un telegramma urgente al prof. Carrelli con il quale vuole annullare la precedente lettera spedita da Napoli.
Nell'Hotel di Corso Vittorio Emanuele, su carta intestata dello stesso, scrive inoltre, sempre al prof. Carrelli[1], una seconda lettera che in sostanza è l'ultimo suo documento rimastoci:
«Palermo 26 Marzo 1938-XVI - Caro Carrelli, spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e la lettera. Il mare mi ha rifiutato e tornerò domani all'Albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunciare all'insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente. Sono a tua disposizione per ulteriori dettagli. Aff.mo Ettore.»
Una cosa è certa: negli oltre tre mesi trascorsi a Napoli, Ettore mostra un comportamento e un equilibrio assolutamente normali anche se riesce a tenere ben nascosto il suo meditato progetto. Riesce abilmente a smorzare il trauma alla sua famiglia, lasciando un'altra lettera nella sua stanza d'albergo a Napoli, in cui scrive:
«Napoli 25 Marzo 1938-XVI Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo sì ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi. Aff.mo Ettore.»
Nella serata di Domenica 27 Marzo riprende lo stesso traghetto per Napoli dove dovrebbe arrivare alle 5,45 del mattino di Lunedì 28.
Da quella nave Ettore non è mai sceso!
Il Prof. Carrelli, subito allarmato, fa iniziare tutta una serie di ricerche, coadiuvato dai familiari di Ettore e anche dallo stesso Fermi. Vengono attivate le più alte cariche di polizia. Addirittura si supplica lo stesso Benito Mussolini e Papa Pio XII.
Le ricerche, in particolare nei conventi del sud dell'Italia, danno esito negativo e lo stesso corpo non verrà mai ritrovato.
Per tutto ciò, dopo cinque anni dalla sua scomparsa, viene ritenuto deceduto, al contrario della mamma che non crederà mai nella morte dell'amato figlio e soprattutto non crederà mai al suicidio.
Reputo che sia assai difficile e azzardato stabilire, dal contenuto delle tre ultime lettere, il proposito di suicidio. Anzi credo che per le autorità politiche, scientifiche e religiose sia la conclusione più logica e più favorevole che permette a tutti di non perdere la propria faccia.
- Con le mie ricerche sul caso posso affermare, senza ombra di dubbio, che il prof. Majorana sia stato prelevato, col suo benestare, da un mezzo extraterrestre e portato in un luogo sicuro che non può essere altro se non l'El Dorado.
Il fatto che Ettore specifichi che la sua decisione di scomparire non sia dettata da un solo granello d'egoismo, vuol significare che il gesto del suicidio non appartiene al suo progetto.
Suicidio è sinonimo di vigliaccheria e quindi fa parte di una logica egoista.
In secondo luogo, specifica che vuole conservare i suoi sentimenti di amicizia almeno sino alle undici della sera del 25 Marzo e possibilmente anche dopo.
Sa per certo, perché contattato da un rappresentante della civiltà extraterrestre, che per quell'ora ci sarà la dipartita dalla superficie del pianeta giacché accettata coscientemente.
Bisogna ricordare che per avere un incontro con gli extraterrestri intanto bisogna avere delle qualità spirituali e psicofisiche di notevole valore ed inoltre ci sono alcune condizioni da rispettare quali, ad esempio, quelle di stare solo al momento del contatto e di avere un perfetto equilibrio in tutte le componenti psico-fisiche e spirituali.
- Credo perciò che il primo incontro sia saltato in quanto Ettore non abbia rispettato alcune di queste condizioni.
L'incontro doveva avvenire molto probabilmente nelle vicinanze dell'isola di Capri.
Non essendosi verificato nulla di quanto stabilito, il suo disagio diviene notevole, tanto da correre ai ripari. Confida a mezzo lettera i suoi sentimenti e le sue future intenzioni. Il fatto di dichiarare che il mare lo abbia rifiutato anche questo è esatto, in base alla ricostruzione sinora fatta.
L'evento si verificherà esattamente nel viaggio di ritorno.
Alle cinque del mattino del 28 Marzo, un disco volante luminoso, con l'ausilio di un raggio antigravitazionale, "risucchia" all'interno del mezzo il nostro grande scienziato e lo porta in salvo.
Vorrei sottolineare che il fatto è successo proprio in prossimità dell'isola di Capri. A testimonianza di tutto ciò ci sono alcune prove:
Il prof. Strazzeri testimonia quanto è nelle sue possibilità al fratello Salvatore (molto attivo nelle indagini), per mezzo di una lettera. Tra l'altro afferma:
«Carissimo Signor Majorana, è una mia assoluta convinzione che, se la persona che ha viaggiato con me era suo fratello, egli non si è soppresso, almeno fino all'arrivo a Napoli. Poiché, quando mi sono levato dal letto, eravamo davanti al porto di Napoli e molti passeggeri erano sulla tolda del piroscafo, essendo già giorno chiarissimo...»
Non è che sia una testimonianza precisa però il contenuto è molto interessante.
Risulta comunque dai registri della Tirrenia che il prof. Strazzeri, docente di Geometria all'Università di Palermo, abbia effettivamente viaggiato nella stessa cabina di Ettore.
- La dipartita del professor Majorana viene letteralmente osservata da un giovane mozzo della nave che si trova in coperta per svolgere lavori di pulizia ed assiste involontariamente a questo evento dalle apparenze fantascientifiche.
Ha raccontato di aver visto questa persona che da sola si stava dirigendo verso il parapetto metallico della nave, quando un globo luminoso improvvisamente si è avvicinato alla nave e mentre sostava sulla verticale, un raggio luminoso di forma conica lo ha avviluppato nel suo interno, da cui è salito verso l'alto come risucchiato. È una testimonianza incredibile ed è doveroso far conoscere che il ragazzo sia stato sottoposto a forti pressioni, per convincerlo a non rivelare l'accaduto.
In questa storia compare un indizio sconcertante. La Società Tirrenia, alla richiesta del fratello di Ettore di poter visionare il biglietto d'imbarco, rifiuta di mostrarlo pur ammettendo che l'importante passeggero sia salito a bordo. Che tipo di segreto si è voluto nascondere?
Benito Mussolini, nella pratica di ritrovamento, scrive a lettere cubitali: "Voglio che si trovi".
Nonostante gli sforzi profusi, non si arriva a nessuna conclusione ufficiale e nel 1938 è impossibile che Mussolini non sappia qualcosa, vista la scrupolosità e la capillarità della polizia politica dell'epoca.
La famiglia Majorana decide di mandare una supplica al Papa. La sorella stessa, Maria, consegna a Papa Pacelli (Pio XII°) una pergamena in cui solamente si chiede al Vaticano se Ettore risulti ancora in vita.
La famiglia non riceverà mai una risposta. Perché? Forse il Vaticano è vincolato a qualche segreto?
Ci sono le testimonianze dei contattisti con le civiltà extraterrestri che conoscono il caso molto bene e sono gli unici che hanno il coraggio di parlare e dichiarare la verità .
[modifica] Ancora vivo? Ufo?
Ettore Majorana è stato incontrato, in carne ed ossa, nel Novembre del 1956 in una cava abbandonata vicino a Caserta, dove è giunto per mezzo di un disco volante. Un giovane universitario del luogo ha la possibilità di dialogare con lui. Scopo dell'incontro: far arrivare un messaggio a due noti architetti casertani. Ettore, nell'occasione, è accompagnato da due scienziati originari della ex Unione Sovietica, anche loro scomparsi misteriosamente dal loro paese.
Se per tutto ciò non ci sono prove eclatanti, restano sempre le testimonianze di persone oneste e degne di fede che confermano l'incredibile episodio.
Rimane il fatto che la lotta intrapresa da Ettore Majorana per evitare l'olocausto atomico viene volontariamente ignorata da molti suoi colleghi fisici e i primi risultati si sono visti dopo circa sette anni dalla sua dipartita da questo pianeta. Ancora oggi la minaccia nucleare accompagna la popolazione terrestre come una maledizione.
«L'uomo del pianeta Terra ha raggiunto il punto in cui la sua scienza ha superato e avvilito il suo spirito e mortificato la sua saggezza. Ora l'uomo è veramente capace di sterminare se stesso e tutta la vita sulla superficie del pianeta. E non soltanto questo: egli è ugualmente capace di intervenire in modo nefasto nell'Universo. Può nuocere, cioè, alla galassia alla quale appartiene. Questo non deve accadere, perché perturberebbe la vita anche su altri pianeti e tutto ciò la Legge Universale lo proibisce.»
«La saggezza ha sempre avuto un moto di avvicinamento all'uomo, che non potrà mai cessare e i collaboratori di questo disegno di redenzione sono i Messaggeri di Dio. Il Messaggero di Dio è un essere che porta l'idea di esortazione e di consiglio celeste. Quest'idea, discesa fra gli uomini, viene analizzata e purtroppo acquisita con egoismo, come se l'uomo creasse da se stesso, rigettando l'idea sfruttata e sopprimendo il portatore. In tal modo l'uomo rimastica le vecchie cose, cerca di riportarle alla propria logica e fa nascere gli ideali di corruzione, i falsi profeti: l'anticristo.»
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