Atretochoana eiselti

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Atretochoana eiselti
Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Amphibia
Ordine Gymnophiona
Famiglia Caeciliidae
Sottofamiglia Typhlonectinae
Genere Atretochoana
Specie ''A. eiselti''
Nomenclatura binomiale
''Atretochoana eiselti''
Taylor, 1968
Sinonimi

Typhlonectes eiselti Taylor, 1968

Atretochoana eiselti, è una specie di anfibio gimnofione della famiglia delle Caeciliidae. Monotipica del genere Atretochoana, è endemica del Brasile.

Si tratta di una specie notabile, per essere l'unica cecilia conosciuta priva di polmoni.

Indice

Descrizione

Atretochoana Eiselti è il più grande tra gli anfibi privi di polmoni. [2] Raggiunge il doppio in grandezza, fra questo genere di specie. Le Cecilidae come l'Atretochoana, sono anfibi senza membra, con un corpo da serpente marcato da anelli simili a quelli dei lombrichi di terra. [3] Possiede inoltre delle differenze morfologiche significative rispetto alle altre Cecilidae, incluso con i generi più strettamente relazionati con essa, indipendentemente dal fatto che entrambi i generi siano acquatici. [4] Il cranio, per esempio, è molto diverso da quello delle altre Cecilidae, risultando essere in una testa piana e piatta [5] e le sue fosse nasali, sono sigillate. [6] Ha una bocca ampia, con una mascella mobile. [7] Il suo corpo, un'aletta dorsale carnosa. [8]

La maggior parte delle Cecilidae possiede il polmone destro ben sviluppato e il polmone sinistro relictuale. Alcuni, come nel caso delle famiglie delle Atretochoana, hanno due polmoni ben sviluppati. Atretochoana eiselti, tuttavia, manca per completo di polmoni e di arterie polmonari. [9] La sua pelle, è ripiena di capillari che penetrano nell'epidermide, ed è quello che le permette respirare. Il suo cranio inoltre mostra l'evidenza di musculi che non si trovano in nessun altro organismo. [10]

Per dare un'idea: l'esemplare conservato a Vienna è un Cecilidae con una longitudine di 72,5 centimetri (28,5 pollici) [11]; mentre, il più grande di Brasilia, è di 80,5 centimetri ( 31,7 cm). [12] In comparazione, altre Cecilidae variano solo, in longitudine, da 110 a 1.600 millimetri (4,3 a 63 pollici). [13]

Biologia

La maggior parte delle Cecilidae sono scavatrici di terra, ma alcune, tra cui le Atretochoana e parenti, sono anche acquatiche. [14]

Atretochoana eiselti si pensa [15] sia di fatto acquatica, dato che, i suoi generi più affini, sono le salamandre senza polmoni. [16]

Dovuto a questa mancanza d'informazioni, è che viene classificata con "Dati Insufficienti" dalla UICN.

Si crede sia poco diffusa, con una distribuzione limitata [17], e che sia vivipara. [18]

Nel Giugno del 2011 è stato fotografato vicino Praia de Marahú di Mosqueiro Island (a Belém, Brasile), un anfibio che sembrava essere Atretochoana eiselti, ma non è stato poi identificato positivamente. Sempre nel 2011, sei anfibi di questa specie sono stati trovati nel fiume: río Madeira. In nessuno dei due casi il ritrovamento è avvenuto in acque fredde e rapide, come si credeva dovesse essere. Siccome, infatti, c'è meno ossigeno nelle acque più calde, questo rende cioè, la sua mancanza di polmoni ancora più inusuale; ed inoltre, la questione del come respiri... non è ancora stata del tutto chiarita. [19][20]

Storia

E' una specie che era conosciuta fin'ora solo grazie a due esemplari conservati nei Musei come campioni, se escludiamo il suo recente ritrovamento avvenuto nel 2011, in Brasile. Fino al 1998, infatti, era conosciuta solo dal tipo di campione nel Naturhistorisches Museum di Vienna. [21]

Originariamente collocata nel genere Typholonectes nel 1968, è stata riclassificata in un proprio monotipico genere nel 1996. Si è inoltre constatato essere più strettamente imparentato col genere Potomotyphlus, piuttosto che con il Typholonectes. [22] La specie, è la più grande in dimensioni fisiche fra i pochi tetrapodi (salamandre) conosciuti privi di polmoni, ed è uno dei due cecilidai; l'altro è: il Caecilita iwokramae (terrestre) [23].

L'esemplare del Museo di Vienna era noto solo per aver avuto origine da qualche parte in America del Sud, per lo meno prima del 1945, molto probabilmente nel XIX secolo. [24] La sua mancanza di polmoni non si conosceva allora, e il campione fu catalogato nella specie Typhlonectes compressicauda. [25] Fu quindi l'Olotipo di questa specie, quando fu descritta per la prima volta da Edward Harrison Taylor nella sua monografia del 1968: Ceciliae del Mondo. Egli, la chiamò Typhlonectes eiselti in onore dell'herpetologo viennese Eiselt Josef. [26] Taylor, infatti, la ritenne simile alle ceciliae acquatiche del genere Typhlonectes e Potomotyphlus, e la collocò lì prendendo nota solo delle sue grandi dimensioni ed elevato numero di denti spleniale. [27]

Non avendone informato i curatori del Museo, l'olotipo non è mai stato menzionato nel catalogo di campioni tipo del museo, ed è stato quindi posto sotto vetro in una teca per il pubblico. Lì è stato notato dall'inglese Mark Wilkinson, erpetologo in visita, che ha poi preso in prestito il campione per esaminarlo con il suo collega americano Ronald A. Nussbaum. L'esame del campione mostrerà di avere un certo numero di caratteristiche insolite, tra cui l'elevato numero di denti spleniale osservato da Taylor. [28]

A causa di questa ed altre caratteristiche distintive, Nussbaum e Wilkinson hanno dato a questa specie un suo genere proprio, pubblicando i loro studi nel 1997. Hanno inoltre riferito questi risultati nel 1995, in un numero degli Atti della Royal Society di Londra Serie B. [29]

Nel 1998, hanno scoperto il secondo esemplare nell'Università di Brasilia. [30]

Nel 1999, hanno stabilito che Atretochoana era un taxon "fratello" di Potomotyphlus, e nel 2011 [31] lo hanno raggruppato nella famiglia dei Typhlonectidae. In entrambi questi campioni, si è trattato di femmine mature. [32]

Dopo i ritrovamenti del 2011, è diventato famoso come Internet meme per via della sua palese somiglianza con un pene umano. [33]

Bibliografia

Note

  1. Atretochoana eiselti. In: IUCN 2011. IUCN Red List of Threatened Species. Versione 2011.2
  2. "Atretochoana eiselti". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  3. Naskrecki, Piotr (2005). The Smaller Majority. London: Belknap. pp. 46–47. ISBN 0-647-02562-8.
  4. "Taxonomy". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  5. "Atretochoana eiselti". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  6. "Taxonomy". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  7. ["Biology". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012. "Biology"]. Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  8. "Atretochoana eiselti". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  9. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1995). "A New Genus of Lungless Tetrapod: A Radically Divergent Caecilian (Amphibia: Gymnophiona)". Proceedings of the Royal Society of London Series B Biological Sciences 261 (1362): 331–339. doi:10.1098/rspb.1995.0155.
  10. ["Biology". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012. "Biology"]. Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  11. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1995). "A New Genus of Lungless Tetrapod: A Radically Divergent Caecilian (Amphibia: Gymnophiona)". Proceedings of the Royal Society of London Series B Biological Sciences 261 (1362): 331–339. doi:10.1098/rspb.1995.0155.
  12. Wilkinson, M.; Sebben, A.; Schwartz, E.N.F.; Schwartz, C.A. (1998). "The largest lungless tetrapod: report on a second specimen of Atretochoana eiselti (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae) from Brazil". Journal of Natural History 32 (4): 617–627. doi:10.1516/Q417-21HR-6615-7217.
  13. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1995). "A New Genus of Lungless Tetrapod: A Radically Divergent Caecilian (Amphibia: Gymnophiona)". Proceedings of the Royal Society of London Series B Biological Sciences 261 (1362): 331–339. doi:10.1098/rspb.1995.0155.
  14. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1997). "Comparative morphology and evolution of the lungless caecilian Atretochoana eiselti (Taylor) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae)". Biological Journal of the Linnean Society 62 (1): 39–109. doi:10.1111/j.1095-8312.1997.tb01616.x.
  15. Non è mai stata troavata viva in natura (prima del 2011); è un esemplare raro, il che lo ha reso difficile da studiare.
  16. Himstedt, Werner (2000). "Lungless Tetradodes". In Hofrichter, Robert. Amphibians: The World of Frogs, Toads, Salamanders and Newts. New York: Firefly. p. 81. ISBN 1-55209-541-X.
  17. "Distribution and conservation". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  18. Wilkinson, Mark; Measey, John; Wake, Marvalee (2004). "Atretochoana eiselti". IUCN Red List of Threatened Species. Version 2009.2. International Union for Conservation of Nature.
  19. Hoogmoed, Marinus Steven; Coragem, Juliano Tupan (2011). "Discovery of the largest lungless tetrapod, Atretochoana eiselti (Taylor, 1968) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae), in its natural habitat in Brazilian Amazonia". Boletim do Museu Paraense Emílio Goeldi : Ciências Naturais 6 (3): 241–262. ISSN 19818114. Retrieved 22 February 2011.
  20. Ximenes, Marcela (31 July 2012). "Anfíbio com formato de cobra é descoberto no Rio Madeira, em RO [Snake-shaped amphibian found in the Rio Madeira, RO"] (in Portoghese). Globo. Archived from original on 1 August 2012. Retrieved 1 August 2012.
  21. "Distribution and conservation". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  22. "Taxonomy". Natural History Museum. Retrieved 22 February 2012.
  23. Wake, Marvalee H.; Donnelly, Maureen A. (22 March 2010). "A new lungless caecilian (Amphibia: Gymnophiona) from Guyana". Proceedings of the Royal Society of London B 227 (1683): 915–922. doi:10.1098/rspb.2009.1662.
  24. Knapp, Michelle (3 February 2003). "Atretochoana eiselti". Information on amphibian biology and conservation. AmphibiaWeb. Retrieved 21 January 2010.
  25. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1997). "Comparative morphology and evolution of the lungless caecilian Atretochoana eiselti (Taylor) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae)". Biological Journal of the Linnean Society 62 (1): 39–109. doi:10.1111/j.1095-8312.1997.tb01616.x.
  26. Himstedt, Werner (2000). "Lungless Tetradodes". In Hofrichter, Robert. Amphibians: The World of Frogs, Toads, Salamanders and Newts. New York: Firefly. p. 81. ISBN 1-55209-541-X.
  27. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1997). "Comparative morphology and evolution of the lungless caecilian Atretochoana eiselti (Taylor) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae)". Biological Journal of the Linnean Society 62 (1): 39–109. doi:10.1111/j.1095-8312.1997.tb01616.x.
  28. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1997). "Comparative morphology and evolution of the lungless caecilian Atretochoana eiselti (Taylor) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae)". Biological Journal of the Linnean Society 62 (1): 39–109. doi:10.1111/j.1095-8312.1997.tb01616.x.
  29. Nussbaum, Ronald A.; Wilkinson, Mark (1995). "A New Genus of Lungless Tetrapod: A Radically Divergent Caecilian (Amphibia: Gymnophiona)". Proceedings of the Royal Society of London Series B Biological Sciences 261 (1362): 331–339. doi:10.1098/rspb.1995.0155.
  30. Hoogmoed, Marinus Steven; Coragem, Juliano Tupan (2011). "Discovery of the largest lungless tetrapod, Atretochoana eiselti (Taylor, 1968) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae), in its natural habitat in Brazilian Amazonia". Boletim do Museu Paraense Emílio Goeldi : Ciências Naturais 6 (3): 241–262. ISSN 19818114. Retrieved 22 February 2011.
  31. Hoogmoed, Marinus Steven; Coragem, Juliano Tupan (2011). "Discovery of the largest lungless tetrapod, Atretochoana eiselti (Taylor, 1968) (Amphibia: Gymnophiona: Typhlonectidae), in its natural habitat in Brazilian Amazonia". Boletim do Museu Paraense Emílio Goeldi : Ciências Naturais 6 (3): 241–262. ISSN 19818114. Retrieved 22 February 2011.
  32. Knapp, Michelle (3 February 2003). "Atretochoana eiselti". Information on amphibian biology and conservation. AmphibiaWeb. Retrieved 21 January 2010.
  33. "Man-aconda, the snake that looks like a penis," The Sun, 01 Agosto 2012.
  34. Il nome attuale di questa pubblicazione è Journal of Zoology[1](Rivista di Zoologia).


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