Frate Atanasio/Indice/O
Da Naturpedia.
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Oleandro
Nerium Oleander, L.
DESCRIZIONE: Fruttice; foglie lanceolate, coriacee per lo più terne; fiori grandi, terminali, a corimbo; calice persistente 5 partito; corolla rossa, rosea o biancastra; siliqua lunga piloculare.
H: coltivato come pianta ornamentale; da noi difficilmente inselvatichito.
P: le foglie.
F: Apocinacee,
Le foglie hanno proprietà cardiotoniche e diuretiche, e vengono adoperate nelle miocarditi. Essendo pianta velenosa, richiede molta prudenza nell'uso, ed è meglio lasciare al medico la dose da prescriversi. Le foglie e le sommità fiorite, messe a macerare nell'acqua per alcune ore, servono contro la rogna e i parassiti della testa; polverizzate, si usano come starnutatorio.
Olivo
Olea europaea, L.
DESCRIZIONE: Albero; rami quasi tetragoni; foglie ovato-bislunghe biancastre di sotto; fiori bianchi; frutti di grandezze variabili.
H: coltivato nel bacino di Arco fin su a Padergnone.
P: il mesocarpo, le foglie e la corteccia.
F: Oleacee.
L'olio che si estrae dal mesocarpo (bacche), oltre avere grande importanza industriale e alimentare, presenta anche notevoli applicazioni medicinali quale lassativo, emolliente, febbrifugo. In dose di 30-60 gr, facilita la soluzione e la eliminazione dei calcoli biliari, e per via rettale scioglie le ostruzioni degli intestini. All'esterno, serve alla fabbricazione di diversi unguenti contro eczemi e scottature. Per lavare le piaghe e favorire la cicatrizzazione, si fa l'infuso di 60 gr. di foglie in un litro di acqua bollente, o la decozione della corteccia. L'olio (un cucchiaino da caffè per bambini e uno grande per adulti) si somministra con buon effetto nelle febbri con infiammazioni interne (peritonite, pleurite, polmonite), della trachea, del cieco, degli intestini. Sbattuto nel vino, forma il cosiddetto "balsamo del Samaritano" per le bruciature e scottature.
Olmaria
Spiraea Ulmaria, L. TAV. 12 – N. 87
Filipendula ulmaria, L.
Nomi comuni: Regina dei prati, spirea, ulmaria, olmaria palustre, barba di capra o caprina, filipendola, erba dell'idromele.
DESCRIZIONE: Fusto eretto, solcato (60-100 cm.); foglie pennatosette con 5-9 coppie di segmenti molto disuguali, ovato-acuti, doppiamente seghettati, il terminale più grande palmatifido, bianco tomentosi di sotto; fiori bianchi in cima terminale petali con lingua lunga; stami più lunghi dei petali; carpelli 5-9, avvolti a spira.
H: i luoghi e prati umidi e lungo i corsi d'acqua, dalla zona montana alla zona alpina.
P: foglie, fiori e radici.
F: Rosacee.
Foglie, fiori e radici, hanno odore aromatico gradevole, e questo aroma si conserva anche dopo l'essiccazione. Si fa l'infuso di foglie e fiori in dose di 50 gr. in un litro d'acqua. Si somministra 1/2 litro al giorno, con effetto efficace, nel reumatismo articolare acuto. Con le radici pestate, si fa un impiastro contro le ferite e in infuso contro la diarrea, come pure per schizzettare nelle infiammazioni vaginali. L'infuso delle foglie, fu usato con ottimo effetto nell'idropisia addominale, nell'edema delle estremità e delle articolazioni, nel reumatismo articolare acuto, e, come sedativo, nelle malattie di cuore.
Olmo
Ulmus campestris, L.
DESCRIZIONE: Foglie ovali acute, di rado un po' acuminate; samare brevemente peduncolate, obovato-ellittiche, fesse fino al seme.
H: nei boschi freschi della zona montana e lungo le siepi e i viali, quale pianta ornamentale.
P: la corteccia.
F: Urticacee ([1]?) ; Ulmacee.
La corteccia ha proprietà cicatrizzanti, e si usa in decozione o in empiastro, nelle malattie della pelle. L'empiastro si fa con la corteccia finemente polverizzata, con grasso. Si fa il decotto concentrato della scorza (130 gr.) in due litri di acqua, fino a ridurla a metà. Da prendersi (250 gr.) due-tre volte al dì. Per uso esterno si fa l'unguento. Far cuocere a fuoco lento la scorza con grasso di maiale.
Ontano
Alnus glutinosa, Gaert.
NOMI DIALETTALI: Ontano nero, Ontano comune, Onlz, Onic, Onaro, Ofna, Oveno, Onero, Auno, Aunic da l'ega.
DESCRIZIONE: Foglie quasi rotonde e obovate, ottuse, smarginate all'apice, glabre, eccetto l'ascella dei nervi nella pagina inferiore, glutinose in gioventù; strobili mediocri; semi lenticolari.
H: luoghi umidi e freschi, e lungo le correnti d'acqua.
P: la corteccia.
F: Betulacee.
La corteccia, specie quella interna, ha proprietà febbrifughe e astringenti, come quella della Quercia (vedi: Quercia). Alcuni, l'adoperano in decozione contro la sciatica.
Orchidee
Orchis morio, L., Orchis militaris, L., Orchis maculata, L., Orchis mascula, L., Orchis pyramidalis, L., Orchis latifolia, ecc.
NOMI DIALETTALI: Cagnagnote, Omeneti, Man d'Adamo, Pan del cucù, Man de la Madona.
DESCRIZIONE: Orchis morio, L. – Fusto cilindrico (10-30 cm.); foglie inferiori lanceolate strette; fiori porporini, rosei o bianchi in spiga terminale; brattee quasi ottuse, 1-2 nervie; lobello trilobo, porporino con macchiette più cariche nel mezzo e lobi larghi, il medio poco più breve dei laterali.
Orchis militaris, L. – Foglie inferiori bislunghe; fiori in spiga ovoide; bratee molto più corte dell'ovario; elmo di color roseo pallido; lobello tripartito; sperone 1/2 dell'ovario.
Orchis mascula, L. – Fusto eretto; foglie obovate o bislunghe, dilatate un po' al di sotto dell'apice; fiori violetto-rosei in spiga allungata; labello trilobo.
Orchis latifolia, L. – Fusto cavo (30-80 cm.); foglie patenti, le inferiori ovato bislunghe ottuse, spesso macchiate, le superiori lanceolato-acuminate; fiori color porpora, in spiga ovoide allungata; labello trilobo.
H: dalla collina alla zona alpina, secondo le diverse specie.
P: i tuberi.
R: prima della fioritura o in autunno.
F: Orchidee.
La proprietà medicinale delle orchidee sta nel bulbo, che è quasi uguale in tutte le specie. Con detti bulbi, si forma la droga che passa sotto il nome di Salep. Si raccolgono prima della fioritura, o prima che la pianta marcisca; si lavano subito in acqua fresca e si liberano della scorza esterna. Cuocendoli, diventano chiari e trasparenti. Appena colti, si disseccano sopra una stufa, o si pongono infilzati sopra la stessa. Così disseccati, si rendono atti alla polverizzazione o alla macinazione. Con una parte di Salep e 50 di acqua bollente, si ottiene una densa gelatina, ricca di mucillaggine, di amido e di zucchero, da formare un cibo assai nutriente per persone deboli e per i fanciulli deperiti. E' di facile digestione, e serve anche contro la diarrea. Perchè si sciolga meglio e s'immedesimi coll'acqua, vi si aggiungono alcune gocce d'acquavite, agitando. Questo preparato giova pure nell'atrofia, scrofole, dissenteria, nelle malattie infiammatorie, nella consumazione e nella tisi. Il Salep, è pure usato nei catarri intestinali.
Origano
Origanum vulgare, L.
NOMI DIALETTALI: Mazurana mata.
DESCRIZIONE: Fusto eretto (30-60 cm.); foglie grandi, picciolate, ovato-lanceolate, rotondate alla base; fiori rosei in spighe ovalidi formanti una pannocchia a rami ascendenti; foglie floreali ottuse; corolla 2 volte più lunga del calice.
H: nei boschi asciutti e lungo le strade di campagna e di monte.
P: le foglie e sommità fiorite.
F: Labiate.
L'origano ha proprietà aperitive e risolventi e si fa l'infuso in 10 gr. in un litro d'acqua, contro l'emicrania, nei disturbi polmonari, del fegato e della matrice. In macerazione nel vino, giova alla tosse, nella raucedine, e arresta l'avvelenamento prodotto da punture d'insetti. Unito ad altre erbe aromatiche, quali: il timo, la maggiorana,l'issopo, il marrobio, la ruta, la salvia, la camomilla, serve per fare impacchi caldi per mal di denti, di orecchi, di gola, di ventre; nei reumatismi, nelle malattie muliebri e oppilazioni.
Ortica maschio
Urtica dioica, L. TAV. 3 – N. l9
NOMI DIALETTALI: Ortiga
DESCRIZIONE: Rizoma strisciante; fusto eretto (40-100 cm.); foglie ovato-lanceolate, fortemente seghettate con stipole lineari lanceolate e piccioli 2-4 volte più brevi del lembo; spighe più lunghe del picciolo, con fiori dioici. H: vicino alle abitazioni, nelle macerie, sui muri, ai margini delle strade e negli orti.
P: le foglie, gli steli e i semi.
F: Urticacee.
Con l'infuso della pianta secca, o meglio ancora in decozione (50 gr. in 1500 di acqua fino a ridurlo a due terzi) si fa una bevanda indicatissima per purificare il sangue, contro la dissenteria epidemica, contro l'idropisia, l'itterizia, il mal di petto e contro l'emorroidi. Il parroco Kneipp, dice che un tal decotto scioglie i catarri dei polmoni e di petto, ed espelle per le vie urinarie le materie tossiche del ventre. L'insalata delle piante giovani purifica il sangue. Le percosse fatte con le ortiche sono indicate come revulsive contro il reumatismo, la disposizione alla paralisi, all'apoplessia. Si prende un mazzo di ortiche, con una mano guantata, e si percuote la parte sulla quale si vuol produrre l'effetto. Per combattere le emorragie interne, si prende in due volte (mattina e sera), il succo, in ragione di 75 gr. alla volta. Per istagnare il sangue da naso, s'introduce nelle narici un batuffolo di bambagia inzuppato in detto succo. Uguale virtù, ha pure la specie consimile: [la prossima].
La Ortica Pungentissima
Urtica urens, L. (Tav. 3 – N. 20)
Nomi popolari: Ortica minore, o annuale.
F: Urticacee.
L'acqua ottenuta dalla decozione di questa ortica è più indicata per lavarsi la testa, nella [forfora e nella] caduta dei capelli.
Orzo
Hordeum vulgare, L.
Nomi popolari: orzo comune, orzo coltivato.
Pianta ovunque conosciuta come ottimo cereale.
H: coltivato.
P: i semi.
F: Graminacee.
L'orzo ha proprietà emollienti, rinfrescanti e depurative. Si usa l'infuso di 20 gr. in un litro d'acqua e si adopera quale gargarizzante nelle angine, nelle infiammazioni alla gola, e come rinfrescante e astringente nelle diarree. Tanto l'infuso come la minestra fatta con i semi è ottimo alimento nei vecchi che soffronto di atonia intestinale e nei convalescenti.
Note
- ↑ Dato ripreso dal libro; tuttavia, controllare se è corretto, visto ch'è del secolo scorso.
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Trento (1931)